Sono fortunata. Ho delle colleghe talentuose e gentili.
Persone su cui poter fare affidamento, a cui fare riferimento, a cui ispirarmi e da portare come esempio.
Oggi ho deciso di intervistare una di loro, Chiara Vecchi, traduttrice da tedesco e inglese verso l’italiano. Le ho chiesto di parlarmi della sua storia professionale, dei suoi inizi e di ciò che crede sia importante fare per avviare una carriera nel settore della traduzione.
Spero possa essere di ispirazione per tantə altrə colleghə, in particolare per chi è ancora agli inizi e ha bisogno di sapere che, sebbene non sia sempre rose e fiori, vivere di traduzione è possibile.
Ecco cosa mi ha raccontato!
Potresti ripercorrere le tappe della tua carriera professionale?
Dopo la laurea triennale conseguita presso l’ex SSLMIT di Forlì, ho trascorso un anno sabatico lavorando in Germania e in Italia. In quel periodo ho iniziato a svolgere traduzioni da freelance.
Poi ho preso la laurea magistrale a Swansea, in Galles, dove ho continuato a lavorare per alcunə clienti.
Tornata in Italia, ho lavorato come traduttrice in-house e poi nel servizio clienti e nel marketing per diverse aziende, continuando comunque a svolgere traduzioni tra i miei compiti.
Qualche anno fa ho deciso di tornare a essere completamente freelance e così ho fatto all’inizio del 2020… ottima tempistica, non credi? Per altro ero appena diventata mamma.. È stata durissima e non credo consiglierei a nessuno di fare lo stesso, ma sono comunque riuscita a trovare dei clienti.
La NASpI – cioè la vecchia disoccupazione – mi ha permesso di proseguire anche nei momenti difficili e nel 2021 ho triplicato il fatturato. Ho iniziato anche a tenere dei webinar online e ho stretto contatti con clienti direttə e colleghə meravigliosə.
Nel 2022 ho avuto un incremento superiore al 50% [aggiornamento di dicembre 2022] e non lo dico per vantarmi, bensì per attestare che è possibile vivere bene di questo mestiere e avere un’ottima progressione.
Come hai fatto a trovare le tue nicchie di specializzazione?
Sono partita da quello che sapevo già fare e poi ho scelto in base ai testi che mi hanno proposto ə primə clienti e alle mie passioni.
Ti faccio un esempio: ho iniziato a lavorare come traduttrice in–house in uno studio specializzato in traduzioni mediche, quindi quella è stata una specializzazione fin da subito.
Nel frattempo mi ero appassionata alla cosmetica naturale e sostenibile aderendo a un gruppo di acquisto solidale e iniziando ad autoprodurre creme e saponi. Poi ho ampliato questa passione arrivando a includere lifestyle e beauty più in generale.
Per quanto riguarda la specializzazione sui viaggi e sul turismo, deriva da una grande agenzia di prenotazione online che ho avuto come cliente durante la laurea magistrale in Galles. Il marketing invece è stata una naturale conseguenza del periodo in cui ho lavorato come assistente di marketing presso un’azienda.
Sei molto attiva su Linkedin e Instagram: quanto è importante per chi svolge la libera professione avere un profilo social oggi?
Credo sia molto importante perché i social sono una vetrina che ti permette di essere visibile, ma anche di osservare potenziali clienti, colleghə e tendenze dei mercati.
Tuttavia, i social bisogna saperli usare. Lo scopo dovrebbe essere quello di condurre le persone interessate ai nostri servizi verso la nostra “casa digitale”, cioè il nostro sito. Quello è lo spazio che abbiamo e dove possiamo fare (quasi) tutto quello che vogliamo.
Una piattaforma social invece può sparire da un giorno all’altro e non potremmo farci assolutamente nulla (questa riflessione è di Madalena Sanchez Zampaulo, una traduttrice che suggerisco di seguire perché fornisce dei consigli meravigliosi e utilissimi).
3 consigli per trovare la clientela giusta
- Non scoraggiarti (e questo lo devo ripetere sempre anche a me stessa!!!).
- Non pensare che le opportunità siano solo dove ci sono annunci, portali e offerte – spesso neanche troppo interessanti. La clientela – sia diretta che agenzie di traduzione – é spesso più “nascosta” e difficile da trovare, ma la ricerca, la pazienza e la perseveranza ripagano.
- Pensa a te come a una persona che risolve i problemi. Chi si rivolge a te per una traduzione non è necessariamente interessatə al CAT tool che usi o ai tuoi anni di esperienza. Credo che questa sia una regola d’oro da tenere a mente anche quando si redigono i testi del proprio sito e nel curare la propria comunicazione online.
In generale cosa consiglieresti a chi si affaccia nel mercato della traduzione oggi?
Innanzitutto di assicurarsi di avere la serenità economica corrispondente ad almeno 20-24 mesi di stipendio da dipendente prima di partire. Ciò darà modo di poter costruire la propria attività senza ritrovarsi a dover accettare qualsiasi lavoro e sgobbare notte e giorno. Può essere un prestito della famiglia, la NASpI o un lavoro part-time da dipendente.
Consiglio inoltre di iscriversi ad un’associazione di categoria perché dal confronto si esce rafforzatə.
Infine, è importante circondarsi di persone con una mentalità positiva nei confronti del nostro progetto imprenditoriale, meglio ancora se provenienti dal nostro ambito delle lingue.
Questo aiuta a migliorarsi e ad avere un atteggiamento positivo verso le inevitabili difficoltà e paure che ci sono all’inizio (e non solo!).
Ciao Stefania, grazie mille per aver dato questo bellissimo spazio alla mia esperienza! Mi ha fatto molto piacere parlare del mio percorso: molti consigli mi sono utili anche ora… repetita iuvant 🙂
Grazie a te, Chiara! Ripercorrere le tappe degli inizi è sempre bello e ci aiuta a dare ancora più valore a tutto ciò che abbiamo conquistato!